il filo rosso che accomuna le mie scelte
22/03/2022

Il filo rosso scorre all’interno di questi due affascinanti metodi di vita, il coaching umanistico e il metodo Montessori delineando, per me, una strada chiara sulla quale, come fosse una segnaletica, vedo confermate e anche dirette verso nuovi e possibili sentieri le mie intuizioni.

La prima conferma fa riferimento al potenziale umano, la seconda si basa sull’importanza che entrambi i metodi danno all’esercizio, alla ripetizione, all’allenamento, insomma al fare,  la terza si riferisce all’esperienza di flow vera e propria che nel coaching umanistico è necessaria per allenare il senso di autoefficacia delle persone e nel metodo Montessori è determinante per il processo di normalizzazione  e la quarta al ruolo, di mentore, di guida, di maestro  che in entrambi i metodi deve essere un accompagnatore, una persona che sa “stare al fianco” senza indirizzare nelle scelte o impartire ordini.

LA PRIMA: Il potenziale umano

Nell’ articolo al coaching umanistico abbiamo visto che sono proprio le potenzialità individuali a farla da padrone, e come tutto il metodo si basi sulla loro scoperta, definizione e successivo allenamento per il raggiungimento di determinati obiettivi di miglioramento della qualità della vita. Riuscire ad esprimere al meglio le proprie potenzialità è condizione imprescindibile per raggiungere il benessere e felicità intesi come sensazione di completezza e pienezza nel raggiungere “il nostro posto nel mondo”.  Le potenzialità non sono abilità, capacità ed in genere   talenti in sé e per sé, non riguardano cioè risorse che sono tese all’incremento qualitativo o quantitativo della performance o della produttività. Una potenzialità può anche essere un talento, ma un talento in sé non è una potenzialità. Come ha dimostrato Alex Swarzer, ex atleta italiano specializzato nella marcia, campione olimpico della 50 km a Pechino 2008, un talento può essere anche una condanna. È caduto rovinosamente puntando il tutto e per tutto solo sul suo talento senza coltivare le sue altre potenzialità. La potenzialità è collegata a desideri e quindi al piacere, alla gratificazione e al coinvolgimento. È una delle espressioni più intime della nostra personalità. La potenzialità è ispirata e seguita da emozioni positive nel momento in cui si realizza, sia per chi la esprime, sia per chi entra in contatto con chi la esprime. L’emozione è la verifica pratica che una potenzialità è tale ed è personale. L’approccio per la ricerca di una potenzialità non è produttivista ma umanista.  M. Montessori, non solo considera l’espressione e lo sviluppo delle potenzialità individuali come “lo scopo dell’educazione” e quindi anticipa i tempi e  ne riconosce  a pieno titolo l’importanza,  ma insiste sul farci capire il nostro compito essenziale di adulti nel predisporre l’ambiente adatto “per il costruttore dell’uomo” di modo che questo fluire di potenzialità avvenga naturalmente: “Invece il segreto del bambino è appena nascosto dall’ambiente. Ed è sull’ambiente che bisogna agire per liberare le manifestazioni infantili: il bambino si trova in un periodo di creazione e di espansione e basta solo aprirgli la porta. Infatti ciò che si sta creando, ciò che dal non essere passa all’esistenza e che da potenziale si fa attuale, sul momento di uscire dal nulla non può avere complicazioni; e si stratta di un’energia espansiva, non vi è difficoltà al suo manifestarsi”.

Io sono un coach umanista, un ricercatore di potenzialità umane, prima di tutto, e attraverso il dialogo accompagno le persone che lo desiderano nella presa di coscienza del loro reale potenziale, e sono anche una maestra montessoriana, attenta osservatrice dei bisogni del bambino tanto da costruire per lui un ambiente adatto da permettergli di esprimere al meglio le sue potenzialità.

“Stimolare la vita, lasciandola però libera di svilupparsi, ecco il primo dovere dell’educatore”.

LA SECONDA: L’allenamento – il lavoro - l’esercizio

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il fare.

Nel metodo del coaching umanistico le parole “contano”, le domande “potenzianti” servono al cliente per prospettarsi un futuro diverso dal presente che vive, ma tutto questo dialogare, poi deve tradursi in cambiamento che avviene attraverso l’allenamento. Il metodo del coaching affronta le debolezze tramite i punti di forza. Rendendo eccellenti le risorse si compensano e si acquisiscono anche le potenzialità che sono più deboli. Per esempio se l’amore per il sapere è alto e la spiritualità bassa, non è certo con la droga che si sentirà la trascendenza, ma con l’esplorazione e la conoscenza dei sistemi di idee che rappresentano la spiritualità: un possibile esercizio potrebbe essere quello di spendere cinque minuti al giorno per respirare profondamente, rilassarsi e meditare, o meglio visitare un nuovo museo ogni mese e scrivere ciò che hai imparato di nuovo. O ancora se la lungimiranza è forte ma non la persistenza è solo stabilendo obiettivi che sono in linea con la propria convinzione più profonda che possiamo pensare di realizzarli. Un possibile esercizio di allenamento della lungimiranza per rafforzare la persistenza potrebbe essere: spiega la vasta prospettiva della tua vita in una o due fasi come esercizio settimanale.

Ogni programma di allenamento così come ogni esercizio, sarà inevitabilmente personalizzato a seconda del coachee: non esiste un esercizio valido per tutti, pur riferito ad un’unica potenzialità. Questo allenamento serve da carburante motivazionale e riprendendo il motto del coaching “attivare la mente attraverso i muscoli” mi collego al metodo Montessori nel quale il lavoro, l’esercizio, la ripetizione vanno di pari passo come importanza all’attenzione: “aiutami a fare da solo”.

M. Montessori, come sempre, parte dall’origine della cose e nulla lascia al caso, inizia così a spiegare l’importanza del lavoro infantile per “produrre l’uomo”: “Il lavoro infantile è di specie e potenzialità molto diverse, potremmo quasi dire opposte: è un lavoro incosciente, realizzato da un’energia spirituale che si sta sviluppando, un lavoro creatore che ricorda la simbolica descrizione della Bibbia, dove parlando dell’uomo, la scrittura dice soltanto che “fu creato”.Il bambino cresce con l’esercizio: la sua attività costruttiva consiste in un autentico lavoro che materialmente sorge dall’ambiente esterno”.  Da queste basi di pensiero nascono tutte le attività di vita pratica, il materiale sensoriale, il materiale scientifico di sviluppo, insomma si comprende l’importanza del “fare”, concretamente “usare le mani” e non solamente la testa per apprendere e per costruire l’intera personalità umana.

C’è una pagina bellissima ne “La mente del bambino” che tratta proprio dell’importanza di fare esercizio e poi continua delineando un aspetto umano che sia gli adulti che i bambini hanno in comune: il miglioramento.

Scrive così M. Montessori a pag. 208, riferita alla gioventù: “La società generalmente dice “Siate pazienti con la gioventù: occorre insistere con buone intenzioni e buoni esempi”. E si crede, col tempo e la pazienza, di poter realizzare qualcosa: invece non si realizza nulla: col passar del tempo si diventa vecchi, ma non si crea nulla. Nulla può essere compiuto solo con il tempo e la pazienza, se non si è profittato delle occasioni che si presentano durante il periodo creativo” e continua delineando un altro punto: “In tutti gli uomini vi è una tendenza, che esercita una sia pur tenue azione sui difetti del carattere, è la virtù di stimolare il miglioramento. Gli individui e la società hanno questo in comune: il continuo progresso. In altre parole il comportamento dell’uomo non è invariabile come negli altri animali, ma può progredire, ed è naturale che l’uomo senta perciò questa spinta verso il progresso”. Questi pensieri non solo confermano l’importanza del lavoro e dell’impegno nell’evoluzione dell’uomo, ma ci riportano alle teorie del potenziale umano di Maslow, di Seligman o alla SDT vista negli altri articoli, nelle quali viene enfatizzata la necessità che l’uomo ha nel suo essere di progredire, di migliorarsi per dare il meglio di sé.

Il coach umanista è un allenatore di potenzialità che è una risorsa alla stato embrionale che preme per essere espressa e valorizzata come principale punto di forza dell’individuo. È proprio la potenzialità allenata e valorizzata che incide nella realtà e nei contesti e quindi in grado di operare un cambiamento soggettivo e oggettivo. Allo stesso modo la maestra Montessori “allenando” il bambino all’utilizzo delle attività sensoriali prima, alle attività di vita pratica poi e al materiale scientifico di sviluppo dopo, concorre a rispondere al suo bisogno fondamentale di essere aiutato a fare da se.  Ed entrambi adulti e bambini, seguendo le parole di M. Montessori sono mossi dalla loro spinta verso il progresso!

LA TERZA: Il flow e la polarizzazione dell’attenzione

L’esperienza di flow, avviene quando siamo impegnati in un’attività congruente con i nostri interessi, del tutto coerente con il nostro quadro di valori e che soddisfa le nostre motivazioni. La Psicologia Positiva, che non è il pensiero positivo: penso che vada tutto bene e tutto bene andrà, riferendosi al concetto di benessere nella sua accezione eudaimonica, si prefigge proprio una maggiore attenzione agli interessi e ai valori del uomo, credendo in percorsi, come il metodo del coaching umanistico,  che possano garantire l’autorealizzazione di ognuno. Allo stesso modo il polarizzarsi dell’attenzione, riportando proprio le parole di M. Montessori, pone al centro dell’educazione e dello sviluppo continuo uno stato di concentrazione profonda che nasce da “dentro”: “ogni volta che avveniva una simile polarizzazione dell’attenzione, cominciava il bambino a trasformarsi completamente, a farsi più calmo, quasi più intelligente e più espansivo: egli mostrava qualità interiori straordinarie”.

Come coach umanista promuovo le esperienze di flusso attraverso gli allenamenti co-progettati con i miei coachee, e la stessa cosa faccio come educatrice Montessori con i bambini: cerco di  fare in modo che l’adulto “rifiorisca” e il bambino “fiorisca”. Maria Montessori parla di normalizzazione riferendosi alla  capacità del bambino di auto-realizzazione e apprendimento continuo come il risultato di ricorrenti esperienze di concentrazione profonda.

LA QUARTA: Il coach umanista e la maestra Montessori

Una su tutte è la qualità che accomuna queste due figure nei diversi contesti di lavoro: la fiducia. La fiducia incondizionata nella potenza, che non è il potere, dell’uomo.

Come coach umanista credo con sincera sicurezza che il mio coachee, o la famiglia che accompagno,  riuscirà nel suo intento di cambiamento, così come da educatrice Montessori  “ho fede” nel bambino che ho davanti: “Le insegnanti che vengono nelle nostre scuole devono avere una specie di fede che il bambino si rivelerà attraverso il lavoro. Esse devono staccarsi da ogni idea preconcetta che riguardi il livello a cui i bambini possono trovarsi. L’insegnante deve avere fede che il bambino che le sta davanti mostrerà la sua vera natura quando troverà un lavoro che lo attragga. Che cosa cercare allora? Che uno  o l’altro dei bambini cominci a concentrarsi. A provocare questo deve rivolgere le sue energie; e le sue attività cambieranno di stadio in stadio come un’evoluzione spirituale”.

Nel mio lavoro di coach umanista accompagno le persone adulte a trovare o ritrovare la felicità. E allo stesso modo, il metodo Montessori mi permette di accompagnare anche i bambini in questa avventura meravigliosa della vita. Ho una profonda soddisfazione interiore nel lavoro che faccio. Due costanti nella mia vita sono la formazione e la crescita personale che vanno sempre a braccetto nel corso del tempo.  Ho ancora tanto da fare, da imparare, da sperimentare, a livello di personalità interiore o spirituale come scrive la Dottoressa, sia come coach umanista sia come educatrice Montessori, e ci lavoro sempre, mi alleno attraverso la continua conoscenza sempre più approfondita delle mie zone luce e delle mie zone ambra e delle mie potenzialità che rappresentano continuamente nuove sfumature di colori brillanti.

L’aspetto che più accomuna le due figure in questo ambito è però, l’aver fatto loro stessi, maestra e coach, pratica  personale dell’esperienza di flusso, la prima per aver acquisito le capacità di preparare un’ambiente favorevole alla concentrazione e il secondo per indirizzare in maniera competente nella scelta degli esercizi più adeguati il proprio coachee.

Concludo, questa carrellata di articoli,  con alcuni pensieri di K. Rathunde che condivido pienamente: “Un flusso ricorrente o esperienze di picco possono indicare che si è sul sentiero dello sviluppo dell’identità e delle conoscenza di sé; questo è esattamente il percorso per nutrire lo spirito, che penso Montessori raccomandasse per la preparazione degli insegnati. Se queste osservazioni sono corrette, suggeriscono che, secondo la pedagogia montessoriana, una componente fondamentale della preparazione di un’insegnante è l’autorealizzazione e la ricerca di un’identità autentica attraverso il percorso della motivazione interiore, del flusso e di profonde esperienze della massima intensità che uniscono il sé con l’ambiente. Molte descrizioni di flusso e di esperienze forti sottolineano questi momenti di unità tra il sé e l’ambiente e riportano alla mente le affermazioni di M. Montessori di una persona ricolma di meraviglia e amore per l’universo. Secondo Montessori, una persona di questa portata sarebbe una guida migliore per gli studenti perché avrebbe meno limitazioni personali che possono interferire con la sua capacità ci comprendere il percorso di auto-valutazione del bambino”.

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25/09/2024

Lasciare spazio all'autonomia

25/09/2024

Lasciare spazio all'autonomia

Lasciare spazio all'autonomia

Quando si tratta di educazione, spesso il nostro primo impulso è quello di aiutare i bambini in ogni momento, intervenendo per risolvere i loro problemi o anticipare i loro desideri. Sembra un gesto di amore e protezione, ma in realtà può rivelarsi controproducente per il loro sviluppo. La filosofia di Maria Montessori, basata sull’autonomia, ci insegna che lasciare spazio ai bambini di agire da soli, anche di fronte alle piccole sfide quotidiane, è essenziale per farli crescere sicuri di sé e competenti.

I bambini sono naturalmente curiosi e motivati a esplorare il mondo che li circonda. Quando permettiamo loro di fare da soli, stiamo in realtà offrendo loro l’opportunità di sviluppare competenze fondamentali, come la capacità di risolvere problemi, prendere decisioni e fidarsi delle proprie capacità. Se, al contrario, interveniamo costantemente, impediamo loro di sperimentare queste sfide, riducendo la possibilità di sviluppare quella fiducia in se stessi che è così cruciale per la loro crescita.

Un esempio che osservo frequentemente negli ambientamenti a scuola riguarda i bambini di un anno. Alcuni di loro, quando vedono un oggetto interessante poco lontano, non fanno alcun tentativo per raggiungerlo. Non perché non siano fisicamente in grado, ma perché sono abituati ad avere i loro desideri anticipati dagli adulti. Di fronte a una situazione nuova, si arrabbiano o si bloccano, convinti di non potercela fare da soli. Questo atteggiamento nasce proprio dal fatto che, troppo spesso, gli è stata negata l'opportunità di provare, di sbagliare e di riuscire per conto proprio.

L'Errore di Anticipare i Desideri dei Bambini

Quando un genitore, con le migliori intenzioni, interviene sempre per risolvere anche i più piccoli problemi del bambino, sta inviando un messaggio implicito: "Non sei capace di farcela da solo, hai bisogno di me." Questo messaggio, ripetuto nel tempo, finisce per minare la fiducia del bambino nelle sue capacità. Piuttosto che imparare a superare le difficoltà, il bambino si abitua a dipendere dall’adulto per ogni piccola sfida, perdendo l'opportunità di scoprire quanta forza e ingegno possiede realmente.

Come Promuovere l’Autonomia dei Bambini

La chiave per permettere ai nostri figli di sviluppare fiducia in se stessi sta nel concedere loro l’autonomia di cui hanno bisogno. Ma come possiamo farlo concretamente? Ecco alcune strategie che possono aiutare:

Osservare senza intervenire immediatamente: Quando il bambino si trova di fronte a una sfida, come raggiungere un oggetto o risolvere un piccolo problema, osserviamo prima di intervenire. Spesso il bambino troverà una soluzione da solo, e questa vittoria lo rafforzerà più di qualsiasi aiuto esterno.

Offrire un ambiente preparato: Secondo il metodo Montessori, l’ambiente deve essere preparato in modo che il bambino possa muoversi e esplorare in sicurezza, ma senza troppi ostacoli. In questo modo, si sentirà libero di agire in autonomia, sviluppando le sue capacità motorie e cognitive.

Accettare i fallimenti: Lasciamo che i bambini sperimentino anche i loro fallimenti. Cadere e rialzarsi è parte del processo di apprendimento, e ogni fallimento è un passo avanti verso il successo. Come genitori, è importante non affrettarsi a risolvere tutto, ma piuttosto incoraggiarli a riprovare.

Mostrare fiducia: Quando un bambino percepisce che il genitore si fida di lui, è più incline a fidarsi di sé stesso. Mostriamogli che crediamo nelle sue capacità, anche quando sembra difficile. Questo rafforza la sua autostima e lo motiva a prendere l’iniziativa.

L’autonomia è un dono prezioso che possiamo fare ai nostri figli. Permettergli di agire, sperimentare e superare le sfide da soli li aiuta a crescere forti, sicuri e fiduciosi nelle proprie capacità. Come family coach Montessori, credo fermamente che i bambini abbiano molto più potenziale di quanto a volte i genitori possano immaginare. Dobbiamo imparare a fidarci di loro, affinché loro possano imparare a fidarsi di sé stessi. Questo è il primo passo verso uno sviluppo sano e sereno.

Con stima,

Santina

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12/08/2024

L'Amore per la vita

12/08/2024

L'Amore per la vita

Ciao a tutti,  oggi voglio condividere con voi un tema che mi sta particolarmente a cuore: l'amore per la vita, visto attraverso il prisma dell'educazione Montessori.

L'Amore per la Vita nell'Educazione Montessori

Maria Montessori ci ha insegnato che l'educazione non è solo un mezzo per acquisire conoscenze, ma è un viaggio di scoperta e crescita che coinvolge tutta la persona. L'amore per la vita è una componente fondamentale di questo percorso, ed è qualcosa che possiamo coltivare sin dai primi anni di vita dei nostri bambini.

L'Ambiente Preparato

Nel metodo Montessori, l'ambiente è preparato con cura per rispondere ai bisogni naturali del bambino, stimolando la sua curiosità innata e il desiderio di esplorare. Ogni dettaglio, dai materiali didattici ai mobili, è progettato per favorire l'autonomia e il rispetto per il mondo che ci circonda. In questo modo, i bambini imparano a prendersi cura di se stessi, degli altri e dell'ambiente, sviluppando un profondo senso di responsabilità e amore per la vita.

Comne esercizio pratico vi propongo di coinvolgete i vostri bambini nella preparazione del loro spazio. Potete chiedere loro di aiutarvi a scegliere e organizzare i materiali che usano quotidianamente. Questo non solo li aiuterà a sentirsi responsabili, ma anche a sviluppare un profondo senso di appartenenza e amore per il loro ambiente.

La Consapevolezza e l'Amore per le Piccole Cose

Un aspetto cruciale dell'amore per la vita è l'educazione alla consapevolezza. Insegniamo ai bambini a vivere il momento presente, ad apprezzare le piccole meraviglie quotidiane e a riconoscere l'importanza di ogni singolo gesto. Quando un bambino annaffia una pianta o prepara il proprio pranzo, sta imparando a vedere la bellezza e il valore nelle attività quotidiane, sviluppando gratitudine e rispetto per ciò che ha.

Esercizio pratico: Ogni giorno, dedicate qualche minuto con il vostro bambino per osservare la natura. Potete fare una passeggiata in giardino, osservare il cambiamento delle stagioni, o semplicemente guardare il cielo insieme. Questo aiuterà il vostro bambino a sviluppare una profonda connessione con il mondo naturale e a coltivare un senso di meraviglia e gratitudine.

Essere Modelli di Comportamento

Come genitori, possiamo sostenere questo processo offrendo ai nostri figli un ambiente ricco di stimoli positivi e opportunità di apprendimento. Possiamo essere modelli di comportamento, mostrando loro come affrontare la vita con passione, curiosità e gentilezza. Ricordiamoci che i nostri figli imparano soprattutto osservando noi, e quindi è fondamentale che anche noi viviamo con amore e rispetto per tutto ciò che ci circonda.

Esercizio pratico: Dedicate del tempo ogni giorno a fare qualcosa che vi appassiona insieme ai vostri bambini, che sia cucinare, dipingere, suonare uno strumento o leggere un libro. Mostrate loro la gioia che queste attività vi portano e incoraggiateli a esplorare le loro passioni. Questo li aiuterà a sviluppare un atteggiamento positivo e curioso verso la vita.

In conclusione, ricordiamoci che l'amore per la vita non è qualcosa che si insegna con lezioni teoriche, ma è qualcosa che si vive ogni giorno, attraverso le esperienze concrete e le relazioni autentiche. Coltiviamo nei nostri bambini la passione per la scoperta, la gratitudine per le piccole cose e il rispetto per tutto ciò che li circonda. Solo così potremo crescere individui felici e consapevoli, capaci di vivere una vita piena e soddisfacente.

Grazie per avermi letta. Se avete domande o volete approfondire questi argomenti, non esitate a contattarmi. Alla prossima!

Spero che questo articolo vi abbia ispirato. Condividetelo sui vostri social e fatemi sapere cosa ne pensate!

Grazie e a presto, Santina

 

 

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20/05/2024

Perché è importante avere un sogno?

20/05/2024

Perché è importante avere un sogno?

Ciao a tutti e benvenuti nello spazio dedicato al blog, che per questo mese approfondisce un argomento della rubrica "Cosa farete da grandi???", che tengo sui social, il lunedì. Oggi voglio parlarvi di un tema fondamentale per tutti noi, soprattutto per voi ragazzi e ragazze adolescenti: l'importanza di avere un sogno e di crederci con tutte le vostre forze.

Perché è importante avere un sogno?

Avere un sogno significa avere una direzione nella vita, un obiettivo che ci motiva ad alzarci ogni mattina e ad affrontare le sfide quotidiane. Per voi adolescenti, che state vivendo una fase di grandi cambiamenti e scoperte, è ancora più cruciale avere un sogno. Vi aiuta a focalizzare le vostre energie e vi dà una ragione per impegnarvi.

Un sogno non è solo un'aspirazione professionale, può essere anche un desiderio personale, un progetto creativo, un viaggio da fare, una causa in cui credere. Qualunque sia il vostro sogno, esso rappresenta una parte essenziale di chi siete e di chi diventerete.

Come trovare il proprio sogno?

Non esiste una formula magica per trovare il proprio sogno, ma ci sono alcuni passi che potete seguire per aiutarvi a scoprirlo:

1. **Conoscete voi stessi**: Dedicate del tempo a riflettere su ciò che vi appassiona, su cosa vi rende felici e su cosa vi fa sentire vivi. Quali sono le attività che vi fanno perdere la cognizione del tempo? Quali sono i vostri talenti naturali?

2. **Esplorate nuove esperienze**: Non abbiate paura di provare cose nuove. Partecipate a corsi, attività extracurricolari, volontariato. Ogni nuova esperienza è un'opportunità per scoprire qualcosa di nuovo su voi stessi.

3. **Ascoltate le vostre emozioni**: Prestate attenzione a come vi sentite quando pensate a diversi possibili futuri. Quali idee vi eccitano e vi entusiasmano? Quali vi lasciano indifferenti o vi spaventano?

Crederci: la chiave del successo

Avere un sogno è solo il primo passo. La parte più difficile è crederci e lavorare sodo per realizzarlo. Questo richiede:

- **Determinazione**: Non lasciatevi scoraggiare dai fallimenti o dalle difficoltà. Ogni ostacolo è un'opportunità per imparare e crescere.
- **Pazienza**: Realizzare un sogno richiede tempo. Non aspettatevi di raggiungere i vostri obiettivi immediatamente. Perseverate e non perdete di vista il vostro scopo.
- **Supporto**: Cercate il supporto di amici, familiari, insegnanti e mentori. Non abbiate paura di chiedere aiuto e di condividere il vostro percorso con chi vi circonda.

Il potere dei sogni

Credere nei propri sogni non solo vi aiuta a raggiungere i vostri obiettivi personali, ma vi rende anche più resilienti, fiduciosi e determinati. I sogni vi spingono a superare i vostri limiti e a diventare la versione migliore di voi stessi.

In conclusione, cari ragazzi e ragazze, vi incoraggio a sognare in grande e a non smettere mai di credere nei vostri sogni. Ogni grande conquista nella storia è iniziata con un sogno e con la determinazione di trasformarlo in realtà. E voi, cosa farete da grandi? La risposta è dentro di voi, nei vostri sogni. Non abbiate paura di scoprirla e di seguirla.

Vi invito a condividere i vostri sogni via mail o nei commenti sui social, o come volete, ma sognate in grande!!!

Continuate a seguire la rubrica "Cosa farete da grandi???" per altri consigli e ispirazioni. Sono qui per sostenervi nel vostro viaggio verso un futuro straordinario!

Un abbraccio,
Santina

 

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10/03/2024

FERMATEVI!!!

10/03/2024

FERMATEVI!!!

Rispetto della Vita: Fermarsi sulle Strisce Pedonali per un Sicuro Inizio di Giornata

Ogni mattina, milioni di persone in tutto il mondo si dirigono al lavoro, impegnate nelle proprie attività quotidiane. Tuttavia, spesso durante questo tragitto, il rispetto per la vita viene messo in secondo piano. Uno degli esempi più evidenti di questo è il mancato rispetto delle strisce pedonali. Questo succede a me, tutte le mattine. 

Le strisce pedonali sono state progettate per garantire la sicurezza dei pedoni mentre attraversano la strada. Tuttavia, troppo spesso vediamo automobilisti e motociclisti ignorare queste regole fondamentali del codice della strada, mettendo a rischio la vita dei pedoni. E la mia. 

Il mancato rispetto delle strisce pedonali non è solo una violazione delle leggi del traffico, ma è anche un segno di mancanza di rispetto per la vita umana. Ogni volta che un automobilista decide di non fermarsi sulle strisce pedonali, mette in pericolo la vita di chi sta attraversando la strada.

È importante ricordare che dietro ogni pedone c'è una persona con una famiglia, degli amici e dei progetti per il futuro. Fermarsi sulle strisce pedonali non solo è una questione di rispetto per le regole, ma anche di rispetto per la vita stessa.

Inoltre, fermarsi sulle strisce pedonali crea un ambiente più sicuro per tutti gli utenti della strada. Rispettare le regole del codice della strada contribuisce a ridurre il rischio di incidenti e a promuovere una cultura della sicurezza stradale.

Come cittadini responsabili, è nostro dovere fare la nostra parte per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada, compresi i pedoni. Fermarsi sulle strisce pedonali è un piccolo gesto che può fare una grande differenza nella vita di qualcuno.

In conclusione, rispettare le strisce pedonali è una questione di rispetto per la vita e per la sicurezza di tutti gli utenti della strada.

Ogni volta che decidiamo di fermarci sulle strisce pedonali, stiamo contribuendo a creare un ambiente più sicuro e rispettoso per tutti.

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