Luglio
Corri piano e mi raccomando non sudare!
Se è no è no, ma se è sì deve essere sì: la coerenza educativa.
Mi capita spesso, di osservare scenette molto divertenti con protagonisti i miei attori preferiti i bambini e i loro genitori, al bar, al ristorante, al parco, al supermercato, insomma in giro, che se da un lato mi fanno sorridere, dall’altro mi convincono sempre di più che l’amore non basta, per educare serve essere preparati.
Per esempio: (bambino di più o meno tre anni) “Amore cosa vuoi da mangiare?”, il bimbo chino sul cellulare non alza nemmeno lo sguardo, e lei: “Ti leggo il menù dai, così decidi”. DECIDI COSA??? A tre anni deve decidere cosa mangiare al ristorante? NO!!! I genitori scelgono cosa è meglio mangiare!
Consideriamo in primis che il verbo educare, come significato, è molto lontano dal concetto di accudire o assecondare, in quanto, questi ultimi verbi parlano la lingua delle nostre paure e fragilità e su questa scia s’ improvvisano decisioni per semplificare, per non perdere tempo o per potersi ritagliare brevi momenti di pseudo-relax.
Torna, ancora una volta a farsi importante il senso del limite! Siamo noi, adulti/genitori/educatori che fissiamo le regole, poche, chiare, e precise, e dentro questi paletti i bambini si devono muovere liberi. Non è essere “genitori cattivi”, ma stabilire i confini entro i quali muoversi, rappresenta un agire educativo che mira ad un ampio disegno formativo di crescita, i genitori così facendo non “vanno dove tira il vento”, ma seguono una logica educativa pensata e condivisa dalla famiglia stessa, mamma e papà su tutti, e poi i bambini.
Premesso questo, è anche vero che, a volte, pur con tutto il buon senso dovuto in certe situazioni ci si perde in un bicchier d’acqua, quando, come scritto nel titolo diciamo ai bambini frasi del tipo “Corri piano e non sudare” oppure “Vai a giocare e divertiti, ma non sporcarti” o ancora “Metti in ordine oppure butto via tutto”, e l’ultima, sentita oggi al supermercato: “Mangialo pure il gelato, ma non adesso”. Il bambino in questione si è messo a piangere disperato, in effetti i piccoli non hanno il senso del tempo, non capiscono ancora il “dopo” o il “non adesso”! Perché non dire, invece: “Il gelato lo mangiamo a casa”? oppure “I giocattoli vanno messi in ordine”?
Sulle prime due frasi che dire? Immaginatevi per un momento i bambini che si sentono ripetere quelle frasi, cosa potrebbero pensare? : “Corro? Come faccio a correre piano? E se sudo? Magari la mamma si arrabbia?”.
Il mio intento, con queste riflessioni, è quello di farvi capire che è sempre, sempre necessario pensare a quello che facciamo con i bambini perché se compiacere un bambino a tutti i costi è una disgrazia, educarlo senza una logica è anche peggio. Navigare a vista, come adulti/genitori/educatori è un vero disastro in quanto ci mette in balia del caso: non so dove sto andando, so solo che qualcosa sto facendo.
Buone vacanze a tutti!!!
Invito alla lettura:
L’essenziale per crescere
Educare senza il superfluo
Daniele Novara e Silvia Calvi
Mondadori Milano 2017