i magnifici quattro
26/03/2023

I magnifici quattro: la mente, la mano, il movimento, il linguaggio.

 

Questi quattro elementi umani li ho definiti i magnifici quattro proprio ripensando ai famosi super eroi che salvavano il mondo da catastrofi inverosimili. Allo stesso modo la mente, la mano, il movimento e il linguaggio permettono a tutti noi di “salvarci” da soli nella giungla del nostro mondo.

La mente

Così scrive Maria Montessori nelle prime pagine del libro “La Mente del bambino”: “Molti sostengono oggi, come me, che la parte più importante della vita non è quella che corrisponde agli studi universitari, bensì il primo periodo, che si estende della nascita ai sei anni di vita, perché proprio in questo periodo si forma l’intelligenza, il grande strumento dell’uomo”.

L’apprendimento di un bambino è completamente diverso da quello di un adulto. Il bambino crea tutto: tutti i suoi movimenti, tutti i movimenti sublinguali o labiali per poter parlare lui li crea, tutto ciò di cui noi adulti siamo dotati lui lo crea. Noi adulti per imparare qualcosa di nuovo dobbiamo contare sulla nostra volontà, motivazione, desiderio, determinazione, a volte anche mettendo in conto la “fatica”.

Il bambino no!

Il bambino ha una mente inconscia, ricca, molto ricca d’intelligenza. Maria Montessori definisce “mente assorbente” la mente del bambino proprio perché il suo funzionamento è paragonato a quello di una spugna che assorbe tutto quello che lo circonda.

Prendiamo l’esempio del linguaggio: i bambini nei loro primi due anni di vita imparano la lingua madre e nessuno gliela insegna, ma la imparano vivendola.  La stessa cosa la vediamo nel movimento: si muove, gattona, sta in piedi, ed infine cammina, ha imparato da solo vivendo il suo movimento.

Pensate a noi stessi, quando, da adulti, vogliamo imparare a ballare, a sciare, a giocare a tennis per esempio, ci servono tanto tempo, e altrettanto sforzo, ed in più se non manteniamo un certo allenamento costante nel tempo, perdiamo la padronanza dei movimenti acquisiti.

I bambini, nei loro primi anni di vita, imparano senza sforzo di memoria, imparano per sempre e perfettamente. Questo vuole dirci Maria Montessori quando parla di mente assorbente.  

La mano

Maria Montessori definisce la mano del bambino piccolo un organo d’intelligenza! Come mai?

Il bambino fa esperienza del mondo attraverso la mano, attraverso di essa e grazie ad essa, sempre tratto da “La mente del bambino”, scrive la dott.ssa Montessori: “Lo sviluppo dell’abilità della mano è legato nell’uomo allo sviluppo dell’intelligenza, e se consideriamo la storia, allo sviluppo della civiltà. Potremmo dire che quando l’uomo pensa, egli pensa ed agisce con le mani…Grazie alle mani che hanno accompagnato l’intelligenza si è creata la civiltà: la mano è l’organo di questo immenso tesoro dato all’uomo”.

È un argomento molto corposo, denso, importante, tanto che Maria Montessori dedica a questo argomento interi capitoli dei suoi libri per spiegarci la necessità di dare fiducia ai bambini e lascarli sperimentare la vita attraverso il tatto.

La psiche del bambino si sviluppa attraverso le esperienze che lui o lei fanno con le mani. L’evoluzione della sua crescita appartiene alle situazioni di vita e non ha seguito senza di esse. Il tanto amato slogan Montessoriano “aiutami a fare da solo” significa proprio questo: lasciate che i vostri figli facciano esperienza, e se possibile sicuri della loro incolumità, che la facciano da soli.

Il movimento

Il principio chiave del pensiero pedagogico di M. Montessori e il suo metodo è che vede l’uomo come un’unità di corpo e di spirito e il movimento è connesso all’intelligenza. I muscoli fanno parte del sistema nervoso che viene definito come un sistema di relazione.

Per Maria Montessori questo è un aspetto imprescindibile ed è stato ampiamente confermato da tutti gli attuali studi: l’educazione deve rispettare questo principio di relazione in quanto lo sviluppo mentale è connesso strettamente al movimento e dipende da esso. Il movimento è il punto di arrivo del sistema nervoso: prima il cervello, poi i sensi ed infine il movimento. Il bambino deve trovare, all’interno del suo ambiente, dell’ambiente in cui vive, la possibilità concreta e reale di agire, in quanto è da questo presupposto, dall’azione effettiva, che nascono le attività di pratica Montessori, ossia quell’insieme di esercizi che rappresentano unità di pensiero e di azione che sono la base della formazione dell’uomo.

Linguaggio

Il linguaggio non è una ripetizione di parole: le parole sono sostenute dal pensiero e l’uso delle parole sostiene e aumenta il linguaggio. Il linguaggio è lo strumento per comunicare all’esterno e allo stesso tempo consente il dialogo con noi stessi, ci permette di focalizzare i nostri pensieri, di esaminarlo, di porci domande e darci risposte, non è un caso che per comunicare veramente con gli altri è molto importante anche saper parlare a noi stessi.

Vi ho parlato, in merito alla mente di mente assorbente e di come questa sia in grado di assimilare tutto attorno a sé e l’acquisizione del linguaggio ne è un esempio evidente.

Non mi addentro nelle note tecniche per l’acquisizione del linguaggio, importante sapere, per noi educatori e genitori è che le tre necessità di base per poter apprendere la lingua materna sono:

  • poter udire bene,
  • avere un apparato fonatorio funzionante,
  • avere il desiderio di comunicare

Per i bambini è fondamentale saper curare questi quattro aspetti, e con cura intendo il fatto che noi adulti/genitori/educatori dobbiamo imparare a dare loro la nostra fiducia che gli serve per sperimentare l’azione e non solo nel successo, ma anche nel fallimento. La fiducia ai bambini la diamo solo se abbiamo fiducia in noi stessi!

 

 

20/10/2024

Giorni che contano

Come individuare i punti di forza di tuo figlio

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Come Individuare i punti di forza di tuo figlio

Ogni bambino, ogni ragazzo è un piccolo universo di potenzialità, e come genitori abbiamo l'importante compito di scoprire e valorizzare i suoi punti di forza. Nel metodo Montessori e nel coaching umanistico, il focus è proprio su questo: riconoscere le qualità uniche di ciascuna bambina e ragazza,  e allenarle per farle diventare la base della sua sicurezza e del suo benessere. Questo processo non solo costruisce autostima, ma crea anche un senso di appartenenza all’interno della famiglia, dove ciascuno ha un ruolo preciso e contribuisce al benessere comune.

Vediamo insieme come fare.

1. Osservare Consapevolmente: alla scoperta delle qualità uniche

Il metodo Montessori ci insegna che l’osservazione è il primo passo per conoscere davvero un bambino, e un ragazzo. Prenditi del tempo per osservare tuo figlio durante le sue attività quotidiane: mentre gioca, interagisce con altri bambini o si immerge in un progetto creativo. Noterai che ci sono momenti in cui brilla, mostrando qualità naturali come la curiosità, la pazienza, la creatività o la capacità di risolvere i problemi.

Cosa noti di speciale in tuo figlio?

Magari è un ottimo mediatore di conflitti, o è abile nel far ridere gli altri quando c’è "maretta" in famiglia. Potrebbe avere un talento naturale per seguire istruzioni tecniche con precisione (per esempio quando di montano di mobili!!!), o mostrare una calma sorprendente nei momenti di crisi.

L'osservazione consapevole ti permette di scoprire queste qualità nascoste e di iniziare a valorizzarle in modo concreto.

2. Creare esperienze di successo: Il potere del fare

Per aiutare tuo figlio a scoprire e riconoscere i suoi punti di forza, è importante che faccia esperienza di successo. Offrigli attività e compiti che possano sfidarlo in modo positivo, senza essere troppo difficili o frustranti. L’idea montessoriana di proporre materiali e attività alla portata della bambina, o della ragazza, ma capaci di stimolarlo, è fondamentale in questo processo. Non troppo facili, da far perdere lo stimolo, e nemmeno troppo difficili da far perdere l'entusiasmo. 

Prova con attività diverse: cucinare insieme, lavorare in giardino, risolvere puzzle, dipingere o fare piccoli lavori manuali. Queste esperienze permettono di osservare in quale ambito tuo figlio si sente più sicuro e competente, offrendoti indizi su dove risiedono i suoi punti di forza.

3. Il feedback positivo: seminare fiducia e consapevolezza

Una volta individuate le qualità di tuo figlio, è essenziale offrirgli un feedback positivo e specifico. Nel coaching umanistico, si lavora molto sul rinforzo delle potenzialità, perché è da lì che nasce la fiducia nelle proprie capacità.

Sii chiaro e concreto: "Sei davvero capace a risolvere i problemi, mi è piaciuto molto come hai trovato una soluzione quando non sapevamo cosa fare!" oppure "La tua capacità di farci sorridere quando siamo tutti un po' nervosi è preziosa, grazie!"

Quando un bambino, o un ragazzo,  riceve messaggi chiari su ciò che fa bene, impara a riconoscere quelle qualità come parte di sé e inizia a costruire una solida autostima.

4. Costruire un ruolo nella squadra familiare

Far sentire tuo figlio parte della famiglia, con un ruolo chiaro e riconosciuto, è un passo importante. Ogni famiglia è come una squadra, dove ogni membro contribuisce con le proprie qualità e capacità. Il metodo Montessori incoraggia a responsabilizzare i bambini, come i ragazzi, e a farli sentire partecipi fin da piccoli, coinvolgendoli in attività quotidiane che possano valorizzare i loro talenti.

Coinvolgilo nelle attività familiari: se tuo figlio è bravo in cucina, lascia che sia il "piccolo chef" di casa. Se ha un talento per far ridere, fagli sapere quanto apprezzi la sua capacità di portare leggerezza nei momenti difficili. Se è particolarmente bravo a seguire istruzioni tecniche, magari può aiutarti nei piccoli progetti di bricolage.

Questo aiuta tuo figlio a sentirsi utile e a percepire il valore delle proprie capacità all’interno della famiglia, rafforzando il suo senso di appartenenza e di autostima.

5. Coltivare un clima di fiducia e libertà

Creare un ambiente familiare di fiducia e apertura è fondamentale per favorire l’espressione delle potenzialità dei bambini. Il coaching umanistico si basa sull’amore per la vita e la fiducia nel proprio percorso, ed è importante che i bambini si sentano liberi di sperimentare e di esprimere le loro qualità senza paura del giudizio.

Favorisci un clima positivo in cui il bambino si senta accolto, amato e libero di essere se stesso. Questo incoraggia la sua crescita e lo aiuta a sviluppare consapevolezza delle proprie potenzialità in un contesto di sicurezza e amore.

In conclusione ti lascio delle domande per riflettere.

Per aiutarti a scoprire e valorizzare i punti di forza di tuo figlio, o di tua figlia ecco alcune domande che puoi porti:

In quali momenti vedo brillare mio figlio/a?

Cosa posso fare oggi per favorire lo sviluppo dei suoi punti di forza?

Come posso comunicargli, in modo positivo e costruttivo, che apprezzo le sue qualità?

Ricorda, il compito di un genitore è accompagnare, osservare e riconoscere i talenti unici del proprio bambino/a, come dei propri ragazzi o ragazze,  creando così un ambiente familiare ricco di crescita, amore e felicità condivisa. 

23/09/2024

Le domande degli occhi

Senso di Colpa: comprendere, accettare e trasformare uno stato d'animo, comune tra le mamme.

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Senso di colpa: comprendere, accettare e trasformare uno stato d'animo, comune tra le mamme.

Colpa e senso di colpa sono due cose che viviamo spesso, anche se in modo diverso. La colpa riguarda un’azione: è quando violiamo una norma, che sia volontariamente o per caso. Il senso di colpa, invece, è quel sentimento che ci fa stare male per aver fatto qualcosa che non va. Mentre la colpa ha conseguenze oggettive – ad esempio se rubi, sai che rischi una punizione o che devi riparare il danno – il senso di colpa è qualcosa di più personale e interiore, e spesso nasce da una sensazione di aver deluso qualcuno o infranto un tacito accordo, anche quando non c'è una vera "infrazione".

Mamme? Ci siete? vi voglio sul pezzo!!!

Pensiamo al rapporto tra madri e figli, per esempio. Non c’è una legge che dice che una madre deve essere sempre disponibile, perfetta o non sbagliare mai. Eppure, quante volte una mamma si sente in colpa perché non riesce a dedicare abbastanza tempo ai suoi figli, o perché non ha fatto abbastanza per loro? Che poi...cosa vuol dire abbastanza? abbastanza per chi? 

Magari la mamma lavora, corre tutto il giorno per la famiglia, e quando arriva la sera, stanca, si sente in colpa perché non ha avuto il tempo di giocare con i suoi bambini o di aiutarli come avrebbe voluto. E il bello è che i figli non glielo chiedono nemmeno esplicitamente, ma lei sente comunque di aver deluso delle aspettative forse sue, forse quelle che la società ci impone su cosa significa essere una “buona madre”.

Il senso di colpa è quindi un’emozione soggettiva, che spesso ci portiamo dentro anche quando non ci sono colpe reali. Pensiamo a un' altra mamma che, per esigenze di lavoro, deve lasciare il figlio con i nonni. Non ha fatto nulla di male, anzi, ha trovato una soluzione che permette a tutti di andare avanti. Eppure, nel profondo, si sente in colpa. Si chiede se sia una buona madre, se stia facendo il meglio per il suo bambino. Magari ha paura che suo figlio si senta trascurato o che le imputi qualcosa più avanti. E qui emerge il legame tra il senso di colpa e il giudizio degli altri, o meglio, il giudizio che pensiamo possano avere di noi. È una sensazione che ci accompagna spesso, e a volte, diventa così pesante che condiziona le nostre scelte, spingendoci a fare ciò che crediamo gli altri si aspettino da noi, anche a discapito di ciò che vogliamo davvero.

Il senso di colpa è un’emozione “sociale”, cioè nasce dal confronto con gli altri, dalle loro aspettative su di noi. Non è come la rabbia o la paura, che sono emozioni innate: il senso di colpa si costruisce nel tempo, mano a mano che ci integriamo nella società, che impariamo cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ma è anche un’emozione che può essere usata per manipolare gli altri. Quante volte un figlio dice alla mamma “Non mi hai fatto questo!” oppure “Non mi vuoi bene abbastanza”? Magari non lo fa con cattiveria, ma la mamma immediatamente sente quel pungiglione dentro, quel senso di colpa che le dice che avrebbe potuto fare di più.

Il problema è che, se lasciato senza controllo, il senso di colpa può diventare ingombrante e influenzare il nostro modo di vivere. Prendiamo un’altra situazione: una madre che non riesce a dire “no” al figlio per paura di sentirsi in colpa. Il figlio vuole qualcosa, e lei, anche se pensa che non sia giusto o che non sia il momento, cede. Perché? Per evitare di provare quel fastidioso senso di colpa che la fa sentire una madre sbagliata. Ma in questo modo, il senso di colpa ci porta lontano dai nostri reali obiettivi.

Come possiamo allora alleggerire questo peso?

Un modo è rivedere il nostro ruolo e capire che non tutto dipende da noi. Sentirsi in colpa per il dolore di qualcun altro non significa che siamo onnipotenti o che tutto sia sotto il nostro controllo. A volte, ci sentiamo responsabili per qualcosa che non dipende da noi, e ridimensionare questa visione può aiutarci a ridurre l’intensità del senso di colpa.

Per concludere, il senso di colpa lo conosciamo tutti, ma non dobbiamo lasciare che ci controlli. È naturale sentirlo, ma può anche essere un segno di crescita. Quando scegliamo di fare qualcosa per noi, sapendo che magari deluderà le aspettative degli altri, potremmo sentirci in colpa, ma questo non significa che stiamo sbagliando. Anzi, a volte quel senso di colpa ci ricorda che stiamo prendendo la nostra strada, e questo è un piccolo prezzo da pagare per la nostra autonomia e maturità. Essere responsabili delle nostre scelte non significa  sentirsi colpevoli: significa agire consapevolmente e accettare le conseguenze, sapendo che stiamo facendo del nostro meglio.

Ti propongo un allenamento alla riflessione personale con queste domande:

Qual è la mia definizione di "essere una brava madre"? Le aspettative che ho su di me derivano dai miei valori o da quello che credo gli altri si aspettino da me?

Quanto spesso mi sento in colpa per non aver fatto abbastanza per i miei figli o per la mia famiglia? È un sentimento legato a una reale mancanza o è più una percezione che mi sto creando?

Quali sono le situazioni in cui provo più frequentemente senso di colpa? Cosa posso fare per cambiare il mio approccio a queste situazioni, trovando un equilibrio tra i miei bisogni e quelli degli altri?

Come posso essere più gentile con me stessa quando non riesco a soddisfare tutte le aspettative? Quali sono i piccoli passi che posso fare per perdonarmi e accettare che non devo essere perfetta?

Queste domande potrebbero offrirti uno spazio di riflessione e aprire nuove possibilità per trovare un equilibrio tra responsabilità, esigenze personali e relazioni con gli altri.

Con stima,

Santina

 

24/07/2024

Giorni che contano

L'autopreparazione del genitore

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L'autopreparazione del Genitore: Un Viaggio di Scoperta e Crescita

Iniziare il cammino genitoriale è un'esperienza straordinaria, piena di gioie, sfide e infinite sorprese. Maria Montessori, nel suo libro "La mente del bambino", sottolinea quanto sia importante per noi insegnanti montessoriani prepararsi interiormente per comprendere e supportare al meglio i bambini. Questa autopreparazione è altrettanto essenziale per i genitori, che intraprendono un viaggio meraviglioso e, a volte, tremendo di scoperta di sé stessi e del proprio figlio.

Come per un'insegnante montessoriana, anchevoi genitori dovete dotarvi di una specie di "fede" nel processo di crescita del bambino. È fondamentale liberarsi da preconcetti riguardanti ciò che i figli possono o non possono fare. Invece, occorre osservarli con mente aperta e cuore fiducioso, sapendo che ogni bambino si rivelerà attraverso il proprio lavoro e le proprie esperienze. Questo è il famoso "Segreto dell'Infanzia".

Il Potere dell'Osservazione

L'osservazione è una delle chiavi del metodo Montessori. Ne ho parlato e scritto molto. E insisto ancora. Per un genitore, osservare il proprio figlio significa dedicare del tempo per capire chi è veramente, quali sono le sue passioni, le sue difficoltà e i suoi progressi. Prendiamo ad esempio la piccola Margherita, che a soli tre anni passava ore a costruire torri con i  blocchi di legno della Torre Rosa. Un osservatore attento noterebbe non solo la sua abilità motoria fine, ma anche la sua determinazione e concentrazione. Queste sono le qualità su cui voi genitori potete costruire, supportare e incoraggiare lo sviluppo dei vostri figli. 

Liberarsi dai Preconcetti

È facile cadere nella trappola dei preconcetti. Spesso i genitori hanno aspettative specifiche su ciò che i loro figli dovrebbero fare o su come dovrebbero comportarsi. Ma ogni bambino è unico e ha il proprio ritmo di crescita. Un buon esercizio è quello di prendere nota di tutte le volte in cui ci troviamo a dire "Dovresti essere capace di..." e sostituirlo con "Mi chiedo cosa ti piacerebbe provare oggi." Questo semplice cambiamento di prospettiva può fare una grande differenza.

Concentrarsi sui Punti di Forza

Imparare a vedere i punti di forza dei propri figli, invece di concentrarsi solo sulle loro debolezze, è un passo fondamentale. Ad esempio, se Marco ha difficoltà con la matematica ma ama le storie, potremmo utilizzare la sua passione per migliorare le sue abilità matematiche,  raccontando storie più e più volte, così che la passione per le storie dia a Marco la forza, la determinazione e il desiderio per migliorare anche la matematica. 

Consigli Pratici

Osserva senza giudicare: Prenditi del tempo ogni giorno per osservare il tuo bambino mentre gioca o svolge attività quotidiane. Annota ciò che noti senza giudicare. Sembra facile, ma non lo è. Attenzione agli aggettivi...bello, brutto, buono, cattivo, giusto, sbagliato...sono tutti giudizi!!!

Focalizzati sui progressi: Ogni piccolo passo avanti è un successo. Festeggia i progressi e usa il rinforzo positivo.

Crea un ambiente stimolante: Proprio come un ambiente Montessori è progettato per facilitare l'apprendimento, anche la tua casa può essere un luogo di scoperta e crescita.

Comunica in modo positivo: Usa un linguaggio che incoraggi e supporti. Invece di dire "Non sei bravo in matematica," prova con "Sei molto creativo, possiamo usare la tua creatività per risolvere questi problemi di matematica." Invece di dire "Non salire sullo scivolo" usa "Sali dalle scale". 

In conclusione essere un genitore è un viaggio di crescita e scoperta continua, per te e il tuo bambino. Prenditi il tempo per osservare, capire e supportare il tuo piccolo esploratore. Ricorda, la fede nelle capacità innate del tuo bambino e l'attenzione ai suoi punti di forza possono trasformare ogni sfida in un'opportunità di crescita reciproca.